lunedì 9 maggio 2016

Maggio 2016

















L’economia orvietana dal 1870 agli inizi del 2000















                                                                      Paolo Borrello
                                                                  


                                                                                         a Cinzia e Elisa







Notizie sull’autore

Paolo Borrello, nato a Orvieto nel 1957, si è laureato in Scienze Economiche presso l’Università di Siena. Ha frequentato il master in gestione dell’economia e dell’impresa organizzato dall’Istao (Istituto Adriano Olivetti di Ancona), allora presieduto da uno dei più importanti economisti italiani del ‘900, Giorgio Fuà.

Ha svolto diverse attività lavorative: consulente di alcune associazioni imprenditoriali, consulente per conto della Regione dell’Umbria relativamente all’utilizzo di contributi dell’Unione europea, consulente del Comune di Orvieto riguardo varie problematiche inerenti lo sviluppo economico. Attualmente è funzionario del Comune di Orvieto.

Ha fatto parte del gruppo di lavoro dell’osservatorio sulla situazione economica e sociale dell’area orvietana, fin dall’inizio della pubblicazione del bollettino realizzato dall’osservatorio.

Ha scritto su incarico del Comune di Orvieto, nel 1998 “L’andamento e i caratteri della popolazione residente nel comune di Orvieto” e nel 2006 “L’economia orvietana dal 1870 agli inizi del 2000". Inoltre, nel 2010, “Dove va Orvieto - il punto sulla situazione economica e sociale dell’Orvietano”, Intermedia edizioni. E nel 2016, un e-book “La crescita di Orvieto - un’analisi dei piani regolatori comunali”.













Indice


Introduzione
pag. 1


L’economia orvietana dal 1870 al 1951
pag. 4


L’economia orvietana dal 1951 al 1991
pag. 21


L’economia orvietana agli inizi del 2000
pag. 48


- I livelli del benessere
pag. 48


- Il ruolo dei principali settori
pag. 58


- La popolazione
pag. 93


Conclusioni
pag. 101


Un aggiornamento: cosa è avvenuto nei primi anni del nuovo secolo
pag. 104




1

Introduzione

Questo è un “piccolo” e-book.

Per vari motivi.

Per il numero limitato delle pagine.

Per le ambizioni non eccessive, in questa occasione, dell’autore, il quale non ha voluto - né poteva per la verità - svelare chissà quali novità riguardo ai caratteri e all’evoluzione dell’economia orvietana.

Per le dimensioni ristrette dell’ambito territoriale preso in esame. Infatti sono stati considerati i dodici comuni del comprensorio orvietano (Allerona, Baschi, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Fabro, Ficulle, Montecchio, Montegabbione, Monteleone, Orvieto, Parrano, Porano). Particolare attenzione è stata dedicata ad Orvieto.

Tuttavia l’autore ha ritenuto ugualmente utile scriverlo (i lettori saranno dello stesso
avviso?).

Per vari motivi.

Innanzi tutto perché non era stato ancora scritto un libro o un e-book con il quale si tentasse di analizzare, contemporaneamente, il passato e il presente del sistema economico locale.

Tale approccio diventa importante soprattutto se si considera che le principali caratteristiche attuali dell’economia orvietana sono state notevolmente influenzate da quanto avvenuto in passato.

Occorre aggiungere, poi, che non esistevano studi nei quali fosse stata esaminata
l’economia orvietana dal 1870 alla metà del XX secolo.

Inoltre le analisi economiche relative al periodo ricompreso tra il 1950 e il 1990 erano tutt’altro che numerose. Per quanto riguarda il periodo ancora successivo - dagli inizi degli anni ’90 agli inizi del 2000 -, la situazione cambia, soprattutto grazie alla pubblicazione del bollettino dell’osservatorio sulla situazione economica e sociale dell’area orvietana, osservatorio promosso dal Comune di Orvieto.



2

Peraltro l’autore faceva parte del gruppo di lavoro dell’osservatorio e in alcuni casi ha utilizzato i risultati di alcune ricerche già pubblicate nel bollettino citato, soprattutto, ma non esclusivamente, di quelle da lui realizzate.

Le fonti statistiche dei dati presi in esame sono numerose e vengono citate non al termine delle tavole presentate ma nell’ambito dei commenti riferiti ai contenuti delle
tavole (sono scritte in neretto).

Il libro si suddivide in tre principali capitoli: l’economia orvietana dal 1870 al 1951, l’economia orvietana dal 1951 al 1991, l’economia orvietana agli inizi del 2000.

Nel primo sono analizzati i principali caratteri dell’economia orvietana, nonché i più
importanti cambiamenti in essa intervenuti, relativamente ad un periodo piuttosto
lungo - dal 1870 al 1951 -. Per quanto concerne questo capitolo i dati a disposizione
non erano molti, ma sono stati ritenuti comunque sufficienti per poter raggiungere gli
obiettivi analitici prefissati.

Nel secondo capitolo sono stati invece esaminati i caratteri dell’economia orvietana, e
le principali trasformazioni che l’hanno contraddistinta, relativamente ad un periodo più breve, quaranta anni, per il quale inoltre è stato possibile utilizzare una maggiore quantità di dati, anche più affidabili, rispetto a quelli relativi al periodo precedente.

Nel terzo capitolo, dedicato all’esame del sistema economico locale agli inizi del 2000, ed anche nel corso degli anni ’90 del secolo da poco terminato, la disponibilità e l’affidabilità dei dati è ancora migliorata.

Il terzo capitolo è stata distinto in tre paragrafi.

Nel primo sono stati esaminati “i livelli del benessere”, nella consapevolezza che un
sistema economico non può funzionare adeguatamente se esso non contribuisce, in
misura sufficiente, a determinare un livello di benessere della popolazione se non ottimale almeno accettabile. Sono state utilizzate alcune variabili quali il prodotto interno lordo, il reddito, il tasso di disoccupazione, il tasso di occupazione, il tasso di attività, che tutte insieme possono fornire quanto meno delle indicazioni circa il benessere della popolazione locale, anche se rimane comunque un problema di non facile soluzione e cioè di quale definizione di benessere fare uso e come misurarlo.

Nel secondo è stato analizzato il ruolo dei principali settori nei quali si può suddividere ogni sistema economico e cioè l’agricoltura, l’industria e il terziario, esaminando soprattutto le caratteristiche delle più importanti componenti dei tre settori citati.

3

Nel terzo sono stati considerati alcuni dati relativi all’andamento della popolazione,
almeno per due motivi: tale andamento può essere considerato un buon indicatore dello stato di salute dell’economia locale ed inoltre i flussi demografici, soprattutto i flussi migratori, possono essere influenzati dalla situazione economica e, inoltre, forniscono alcune indicazioni su di essa.

E’ opportuno, inoltre, precisare che le metodologie utilizzate dall’autore non sono quelle tipiche dello storico economico, essenzialmente perché l’autore non è uno storico economico ma un economista (o almeno pensa di esserlo) e ha cercato di fare uso della “cassetta degli attrezzi” di cui generalmente si servono gli economisti. E’ ben noto che tale “cassetta” presenta dei limiti non di poco conto. E quei limiti diventano ancora maggiori se si tenta di analizzare la situazione economica di un ambito territoriale piuttosto ristretto, quale è un comune o un insieme di comuni.

Secondo l’autore però quei limiti condizionano solo in parte la validità dei risultati ottenuti tramite le analisi effettuate.

Di nuovo, però, l’ultima parola spetta al lettore, al quale viene rivolto un ringraziamento anticipato per la pazienza che intenderà dimostrare.

Gran parte dei contenuti di questo e-book erano stati già inseriti in un libro pubblicato dal Comune di Orvieto nel 2006.

La principale diversità rispetto al libro è rappresentata dall’ultimo capitolo denominato “Un aggiornamento: cosa è avvenuto nei primi anni del nuovo secolo”.






 4
L’economia orvietana dal 1870 al 1951

Per avere delle indicazioni sulla situazione economica dell’Orvietano nel periodo ricompreso tra il 1870 e il 1951, possono essere utilizzati sia i dati contenuti nello studio di Luigi Bellini “Aspetti statistici della struttura economica dei comuni umbri dal 1861 al 1961”, pubblicato nel 1987, a cura di Luigi Tittarelli, sia i dati desumibili dall’analisi di due censimenti della popolazione, effettuati nel 1901 e nel 1921.

E’ del tutto evidente che i dati citati sono meno numerosi ed attendibili rispetto a quelli a disposizione relativamente ai periodi successivi al 1951. Nonostante ciò, si possono rivelare ugualmente utili per avere delle indicazioni di carattere generale sulla struttura economica dell’Orvietano, indicazioni necessarie soprattutto per verificare se, fin dal periodo considerato, esistevano, per l’area orvietana, delle specificità, degne di attenzione, rispetto ad altre parti del territorio regionale.

Tramite l’esame dei dati contenuti nello studio di Luigi Bellini, è possibile prendere in considerazione alcuni indici dell’attività agricola e industriale, relativi ai comuni del comprensorio orvietano, la cui analisi è piuttosto significativa in quanto consente di utilizzare informazioni sintetiche ma ugualmente importanti, sull’evoluzione dell’attività agricola ed industriale, nell’area orvietana, per quanto concerne un periodo di notevole interesse perché caratterizzato dal verificarsi di profonde trasformazioni nella struttura economica locale.

Nel 1870, se si analizza la percentuale dei seminativi sulla superficie agraria e forestale, emerge che in diversi comuni del comprensorio i valori di tale indice erano superiori al valore medio regionale. Ciò dimostra che già in quel periodo il settore agricolo assumeva nell’Orvietano un’importanza notevole, confermata dai dati sulla popolazione attiva, disponibili però solo per quanto concerne i circondari e non per singoli comuni, dati che saranno esaminati successivamente.

Invece i valori di due altri indici (la percentuale dei seminativi arborati sulla superficie agraria e forestale e il numero dei molini da grano per 1.000 abitanti) erano spesso, per quanto riguarda i comuni dell’Orvietano, meno elevati rispetto al valore medio regionale. Ciò può testimoniare l’esistenza di una certa arretratezza dell’agricoltura locale.

Se si considera poi un indice riguardante l’attività industriale (la percentuale degli addetti nell’industria sulla popolazione residente) i valori attribuibili ai comuni del comprensorio erano, quasi sempre, considerevolmente più bassi rispetto al valore medio regionale, e ciò dimostra lo scarso peso del settore industriale, nell’ambito dell’economia orvietana, che fin da allora si manifestava.
5

Tavola 1: alcuni indici dell’attività agricola e industriale nel 1870


A
B
C
D
Allerona
24,60
2,46
-
-
Baschi
36,87
29,49
1,60
1,67
Castel Giorgio
43,38
1,07
-
-
Castel Viscardo
20,04
7,61
-
-
Fabro
55,89
11,10
-
-
Ficulle
29,03
11,43
-
-
Montecchio
*
*
*
*
Montegabbione
16,11
6,99
-
-
Monteleone
40,19
18,91
-
-
Orvieto
32,27
7,94
-
0,34
Parrano
20,57
9,95
-
-
Porano
53,30
15,20
-
-
Umbria
35,12
18,67
1,30
1,27
*era ricompreso nel territorio del comune  di Baschi
N.B.: A – percentuale dei seminativi sulla superficie agraria e forestale; B – percentuale dei seminativi arborati sulla superficie agraria e forestale; C – molini da grano per 1.000abitanti; D – percentuale degli addetti nell’industria sulla popolazione residente

Nel 1890, se si considerano due indici riguardanti l’agricoltura (il carico di bestiame in kg. per ha. di superficie agraria e forestale e il numero di ovini e caprini per 100 ha. di superficie agraria e forestale) può essere notato che i valori riguardanti i comuni dell’Orvietano erano spesso superiori al valore medio regionale (la situazione inversa si verifica se si considera un altro indice, il numero dei molini da olio per 1.000 abitanti). Tali risultati inducono ad effettuare valutazioni simili a quelle svolte in precedenza, considerando altri indici dell’attività agricola relativi al 1870.

Inoltre se si prende in esame il numero dei telai domestici per 1.000 abitanti, questo indice in diversi comuni del comprensorio presentava valori meno elevati rispetto al valore medio regionale, a dimostrazione della minore importanza che le attività tessili assumevano nella realtà orvietana rispetto ad altri territori dell’Umbria.

Se si considera poi un indice già in precedenza esaminato (la percentuale degli addetti nell’industria sulla popolazione residente) possono essere di nuovo formulate le considerazioni già svolte (scarso peso cioè dell’industria nell’Orvietano) ma si può altresì rilevare che quel settore, tra il 1870 e il 1890, ha subìto, anche nel comprensorio orvietano, un certo sviluppo.


6

Tavola 2: alcuni indici dell’attività agricola e industriale nel 1890


A
B
C
D
E
Allerona
70,00
66,61
-
1,20
0,12
Baschi
60,30
77,31
-
2,60
0,26
Castel Giorgio
97,70
97,99
-
24,20
2,58
Castel Viscardo
95,90
68,07
-
16,00
3,16
Fabro
150,04
80,50
-
3,60
0,63
Ficulle
84,90
75,60
4,30
10,90
4,81
Montecchio
*
*
*
*
*
Montegabbione
100,70
86,79
-
21,00
0,15
Monteleone
183,60
62,61
5,00
18,30
3,99
Orvieto
79,40
65,93
1,20
7,50
1,64
Parrano
86,70
89,17
-
5,10
0,59
Porano
112,60
10,71
-
5,10
0,50
Umbria
92,10
67,81
1,00
21,80
4,77
*era ricompreso nel territorio del comune di Baschi
N.B.: A – carico di bestiame in kg. per ha. di superficie agraria e forestale; B – numero di ovini e caprini per 100 ha. di superficie agraria e forestale; C – molini da olio per 1.000abitanti; D – telai domestici per 1.000 abitanti; E – percentuale degli addetti nell’industria sulla popolazione residente

Nel 1910 possono essere considerati cinque indici dell’attività agricola (percentuale dei seminativi sulla superficie agraria e forestale, carico di bestiame in kg. per ha. di superficie agraria e forestale, percentuale delle coltivazioni legnose specializzate sulla superficie agraria e forestale, percentuale dei seminativi arborati sulla superficie agraria e forestale).

Dall’esame dei valori che i primi 3 indici assumevano nei comuni del comprensorio orvietano si può pervenire alle stesse conclusioni in precedenza citate - sia relativamente al 1870 che al 1890 - (in primo luogo la notevole importanza del settore agricolo nell’Orvietano).

Dall’esame dei valori degli altri due indici si ottiene ugualmente la conferma di altre valutazioni già espresse (soprattutto l’esistenza di una certa arretratezza dell’agricoltura orvietana).

L’esame dell’indice dell’attività industriale (la percentuale degli addetti nell’industria sulla popolazione residente) dimostra nuovamente che nell’Orvietano il settore industriale era meno presente, rispetto ad altri territori dell’Umbria, ed inoltre che, tra il 1890 e il 1910, non si è registrato, nell’Orvietano, come del resto nell’intera

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Umbria, un incremento significativo del peso di quel settore, anzi si è verificata una certa stasi.

Tavola 3: alcuni indici dell’attività agricola e industriale nel 1910


A
B
C
D
E
F
Allerona
32,41
-
7,82
85,20
82,47
5,36
Baschi
46,00
0,01
40,16
102,20
75,32
1,08
Castel Giorgio
65,81
0,03
2,61
129,40
132,80
1,29
Castel Viscardo
40,48
1,26
17,12
131,20
90,58
0,59
Fabro
67,19
0,16
16,98
156,40
86,19
1,43
Ficulle
53,13
0,03
20,83
107,70
74,80
2,01
Montecchio
*
*
*
*
*
*
Montegabbione
35,69
0,17
13,43
112,40
121,96
1,81
Monteleone
72,27
0,09
35,62
184,80
52,49
1,96
Orvieto
42,54
0,21
15,49
100,90
73,47
3,51
Parrano
43,66
2,48
17,68
117,60
79,84
0,55
Porano
66,12
0,15
26,36
167,10
60,85
-
Umbria
46,87
1,38
29,46
125,70
83,43
4,76
*era ricompreso nel territorio del comune di Baschi

N.B.: A – percentuale dei seminativi sulla superficie agraria e forestale; B – percentuale delle coltivazioni legnose specializzate sulla superficie agraria e forestale; C – percentuale dei seminativi arborati sulla superficie agraria e forestale; D – carico di bestiame in kg. per ha. di superficie agraria e forestale; E – numero di ovini e caprini per 100 ha. di superficie agraria e forestale; F – percentuale degli addetti nell’industria sulla popolazione residente.

Nel 1930 l’esame di alcuni indici dell’attività agricola induce a formulare valutazioni simili a quelle già effettuate, per i comuni del comprensorio orvietano, negli anni precedenti.

Un altro indice, prima non considerato (la percentuale delle coltivazioni industriali sulla superficie agraria e forestale) presentava, però, in alcuni comuni dell’Orvietano valori superiori al valore medio regionale.

Un altro indice ancora (la percentuale dei seminativi arborati sulla superficie agraria e forestale) assumeva, in diversi comuni del comprensorio, valori più elevati del valore medio regionale.

L’esame di questi due ultimi indici può indurre a sostenere che nel 1930, rispetto agli anni in precedenza considerati, nell’agricoltura orvietana alcuni elementi di arretratezza erano stati eliminati.
8

Inoltre l’analisi dell’indice dell’attività industriale (la percentuale degli addetti nell’industria sulla popolazione residente) conferma che anche nel 1930 il peso del settore industriale nell’Orvietano era inferiore al peso che caratterizzava altre aree dell’Umbria e testimonia, inoltre, che tra il 1910 e il 1930, nei comuni del comprensorio, si è verificata una certa crescita di natura quantitativa dell’industria.

Tavola 4: alcuni indici dell’attività agricola e industriale nel 1930


A
B
C
D
E
F
G
Allerona
39,14
-
1,24
23,27
93,00
51,71
4,15
Baschi
50,86
0,88
-
42,41
182,30
-
2,05
Castel Giorgio
74,90
-
-
36,40
169,70
94,92
4,94
Castel Viscardo
40,19
1,47
-
30,50
157,10
56,09
1,91
Fabro
70,27
0,38
-
37,86
233,90
98,60
11,33
Ficulle
55,61
-
-
26,99
152,50
52,68
1,84
Montecchio
*
*
*
*
*
*
*
Montegabbione
51,75
0,37
-
27,95
141,30
11,77
1,87
Monteleone
76,23
0,22
-
51,49
300,30
24,83
1,21
Orvieto
51,51
0,32
0,87
29,93
143,60
49,92
5,71
Parrano
63,13
2,11
-
41,09
135,70
59,81
1,62
Porano
71,89
0,62
-
55,67
200,10
28,49
4,36
Umbria
52,09
1,71
0,81
31,34
179,20
54,26
6,86
*era ricompreso nel territorio del comune di Baschi

N.B.: A – percentuale di seminativi sulla superficie agraria e forestale; B – percentuale di coltivazioni legnose sulla superficie agraria e forestale; C – percentuale di coltivazioni industriali sulla superficie agraria e forestale; D – percentuale di seminativi arborati sulla superficie agraria e forestale; E – carico di bestiame in kg. per ha. di superficie agraria e forestale; F – numero di ovini e caprini per 100 ha. di superficie agraria e forestale; G – percentuale degli addetti nell’ industria sulla popolazione residente

Nel 1951 l’analisi di due indici dell’attività agricola (il carico di bestiame in kg. per ha. di superficie agraria e forestale e il numero di ovini e caprini per 100 ha. di superficie agraria e forestale) non determina novità significative riguardo alle valutazioni espresse, nei periodi precedenti, circa alcune caratteristiche del settore agricolo nell’Orvietano.

I valori che due indici dell’attività industriale (percentuale degli addetti nell’industria sulla popolazione residente e percentuale degli addetti nell’industria sul totale della popolazione attiva) assumevano nei comuni del comprensorio orvietano, dimostrano ancora una volta il limitato peso del settore industriale nell’ambito del sistema economico locale.
9

Rispetto al 1930, si può rilevare però che in molti comuni si è registrata una certa crescita di quel settore (mentre a livello regionale si verificò una situazione di stabilità).

I valori assunti nell’Orvietano da un altro indice (la potenza installata nell’industria per 100 addetti) dimostrano inoltre che il settore industriale locale era, in quell’anno, più “debole” rispetto ad altre realtà territoriali dell’Umbria, essendo quei valori considerevolmente inferiori al valore medio regionale, ed anche che era un settore caratterizzato dalla presenza di imprese di piccole dimensioni.

Tavola 5: alcuni indici dell’attività agricola e industriale nel 1951


A
B
C
D
E
Allerona
114,00
49,28
3,08
8,05
219,74
Baschi
128,90
43,90
1,71
4,08
101,37
Castel Giorgio
189,00
82,33
5,71
10,95
46,01
Castel Viscardo
141,90
40,38
3,90
9,49
81,36
Fabro
216,80
57,43
3,41
7,70
46,32
Ficulle
136,30
29,92
3,49
8,90
38,58
Montecchio
119,50
38,30
2,51
6,57
115,07
Montegabbione
124,20
62,93
2,37
5,75
57,14
Monteleone
265,30
14,59
1,56
4,13
152,50
Orvieto
142,00
37,96
5,19
12,91
119,79
Parrano
120,20
32,96
1,62
3,72
225,00
Porano
200,40
27,17
2,96
7,43
113,95
Umbria
185,00
47,75
6,96
16,33
597,80

N.B.: A – carico di bestiame in kg. per ha. di superficie agraria e forestale; B – numero di ovini e caprini per 100 ha. di superficie agraria e forestale; C – percentuale degli addetti nell’industria sulla popolazione residente; D – percentuale degli addetti nell’industria sul totale della popolazione attiva; E – potenza installata nell’industria per 100 addetti nell’industria

Ulteriori dati, tratti dallo studio di Bellini, possono essere esaminati.

Innanzi tutto si può considerare la distribuzione della superficie agraria e forestale per tipi di coltura nel 1847.

Può essere rilevato che tale distribuzione, nel comprensorio orvietano e nel comune di Orvieto, presentava delle differenze piuttosto significative rispetto alla distribuzione per tipi di coltura che si verificava analizzando l’intera regione (nell’Orvietano si aveva un minor peso degli arborati e dei prati e dei pascoli e un maggior peso dei seminativi semplici e dei boschi).
10

Poi, esaminando il numero delle aziende e del totale degli addetti nell’industria in 4 anni (1870, 1890, 1911, 1927), si può rilevare, in primo luogo, che anche allora la dimensione media delle aziende industriali - espressa in termini di numero medio di addetti per azienda - era piuttosto limitata.

Inoltre si può notare che nell’Orvietano lo sviluppo industriale che si è comunque realizzato, pur se in misura limitata (occorre ricordare che il peso del settore industriale nell’Orvietano era inferiore rispetto al peso assunto da quel settore nell’intera regione), si è verificato in ritardo rispetto ad altre aree dell’Umbria (ciò è dimostrato dai tassi di incremento del totale degli addetti nell’industria, riguardanti l’Orvietano, che spesso, nel periodo preso in esame, sono risultati essere superiori, anche considerevolmente, rispetto ai tassi di incremento medi regionali).

Infine, esaminando la distribuzione degli addetti nell’industria per classi di attività, nel 1927, si può osservare che quella distribuzione nel comprensorio orvietano e nel comune di Orvieto presentava diversità degne di nota rispetto alla distribuzione che si registrava considerando l’intera regione (nel comprensorio orvietano e nel comune di Orvieto si verificava un maggiore peso delle industrie dei prodotti agricoli, delle industrie che lavoravano i minerali, delle industrie che lavoravano le fibre tessili, delle industrie e dei servizi per i bisogni collettivi, un minore peso invece delle industrie che lavoravano i metalli e delle industrie chimiche).

Tavola 6: distribuzione della superficie agraria e forestale per tipi di coltura nel
                1847
                (valori percentuali)


Orvieto
compr.orv.
Umbria
A
24,3
19,9
16,2
B
7,9
11,5
18,8
C
19,1
17,6
32,5
D
1,5
0,7
0,1
E
45,2
48,9
31,8
F
1,9
1,4
0,5

N.B.: A – seminativi semplici; B – arborati; C – prati e pascoli; D – colture specializzate; E – boschi; F – sterile

Tavola 7: aziende e addetti nell’industria nel 1870

aziende
addetti
addetti/aziende
Orvieto
4
52
13,00
compr.orv.
77
133
1,73
Umbria
2.059
5.938
2,89
11


Tavola 8: aziende e addetti nell’industria nel 1890


aziende
addetti
addetti/aziende
Orvieto
169
282
1,67
Compr.orv.
401
667
1,67
Umbria
12.887
25.673
2,00



Tavola 9: aziende e addetti nell’industria nel  1911


aziende
addetti
addetti/aziende
Orvieto
189
655
3,47
compr.orv.
312
1.073
3,44
Umbria
4.139
29.197
7,06



Tavola 10: aziende e addetti nell’industria nel 1927


aziende
addetti
addetti/aziende
Orvieto
358
1.162
3,25
compr.orv.
784
2.408
3,08
Umbria
10.170
47.748
4,70

N.B.: il rapporto tra numero degli addetti e numero delle aziende rappresenta la dimensione media delle aziende



Tavola 11: variazioni percentuali del numero degli addetti nell’industria


1890-1870
1911-1890
1927-1911
Orvieto
+442,3
+132,3
+  77,4
compr.orv.
+401,5
+  60,9
+124,4
Umbria
+332,4
+  13,7
+  63,5





12

Tavola 12: distribuzione degli addetti nell’industria per classi di attività nel 1927
                   (valori percentuali)


Orvieto
compr.orv.
Umbria
A
-
-
4,2
B
17,7
19,2
17,4
C
11,5
15,3
19,8
D
11,7
16,7
14,6
E
22,6
20,6
18,3
F
0,2
0,1
5,5
G
36,4
28,2
20,2
N.B.: A – industrie estrattive; B – industrie di prodotti agricoli; C – industrie che lavorano i metalli; D – industrie che lavorano i minerali; E – industrie che lavorano le fibre tessili;F – industrie chimiche; G – industrie e servizi per bisogni collettivi

Nel 1927, poi, nel comune di Orvieto, nelle industrie estrattive non operava nessuna azienda, nelle industrie di prodotti agricoli operavano 108 aziende e 205 addetti, nelle industrie che lavoravano i metalli 48 aziende e 133 addetti, nelle industrie che lavoravano i minerali 30 aziende e 136 addetti, nelle industrie che lavoravano le fibre tessili 110 aziende e 263 addetti, nelle industrie chimiche 1 azienda e 2 addetti, nelle industrie e servizi per bisogni collettivi 61 aziende e 423 addetti.

Sempre nello stesso anno, nel comprensorio orvietano, nelle industrie estrattive non operava nessuna azienda, nelle industrie di prodotti agricoli operavano 238 aziende e 405 addetti, nelle industrie che lavoravano i metalli 102 aziende e 323 addetti, nelle industrie che lavoravano i minerali 78 aziende e 352 addetti, nelle industrie che lavoravano le fibre tessili 219 aziende e 435 addetti, nelle industrie chimiche 1 azienda e 2 addetti, nelle industrie e servizi per bisogni collettivi 135 aziende e 595 addetti.

Utilizzando i dati desumibili da due censimenti della popolazione, il primo effettuato nel 1901 e il secondo nel 1921, è soprattutto possibile esaminare il peso dei diversi settori, nell’ambito del sistema economico locale, confrontandolo con quello assunto dagli stessi settori nell’intera Umbria. Il peso dei settori viene determinato considerando il numero degli occupati.

Occorre precisare che in quei censimenti fu preso in esame il cosiddetto circondario orvietano, che non era costituito dagli stessi comuni che ora compongono il comprensorio orvietano. Infatti facevano parte del circondario orvietano le seguenti località: Allerona, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Città della Pieve, Fabro, Ficulle, Montegabbione, Monteleone, Orvieto, Paciano, Parrano, Piegaro, Porano, S.Venanzo, S. Vito in Monte.
13

Il comprensorio orvietano è invece composto dai seguenti comuni: Allerona, Baschi, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Fabro, Ficulle, Montecchio, Monteleone, Montegabbione, Orvieto, Parrano, Porano.

Occorre aggiungere che il territorio dell’Umbria era distinto in 6 circondari. Oltre a quello di Orvieto, esistevano i circondari di Foligno, Perugia, Rieti, Spoleto e Terni (da notare inoltre che il Reatino allora faceva parte dell’Umbria).

Nel censimento del 1901 gli abitanti con più di 8 anni, che esercitavano una professione, furono distinti in 5 categorie: A) persone occupate nell’agricoltura; B) persone occupate nell’industria; C) persone occupate nel commercio; D) persone addette a servizi domestici e di piazza; E) persone che esercitavano professioni e arti liberali.

Nella successiva tavola viene riportato il numero dei componenti delle 5 categorie, nel circondario orvietano e nell’intera Umbria.

Tavola 13: occupati in vari settori economici nel 1911
                   (valori assoluti e valori percentuali)


circondario orvietano
Umbria
A
23.151 (78,18%)
246.309  (73,69%)
B
   3.482  (11,76%)
52.240  (15,63%)
C
1.122   ( 3,79%)
12.688   ( 3,80%)
D
786   ( 2,66%)
8.472   ( 2,54%)
E
1.072   ( 3,62%)
14.542   ( 4,35%)

Le principali differenze tra la situazione che contraddistingueva il circondario orvietano e quella che emergeva considerando l’intera Umbria, erano due: il maggiore peso assunto, nel circondario orvietano, dal settore agricolo e il corrispondente minore peso del settore industriale.

Occorre precisare che il settore industriale era costituito da tutte quelle attività economiche che non facevano parte degli altri 4 settori. Ciò vuol dire che l’industria non era composta esclusivamente da grandi imprese, come generalmente oggi si ritiene.

Inoltre si può rilevare che, in entrambe le aree territoriali prese in considerazione, il settore economico dominante era l’agricoltura, nella quale svolgevano la propria attività più del 70% del totale degli occupati. Il secondo settore per importanza era l’industria, ma in essa gli occupati non superavano il 15% circa del totale.

14

Gli altri tre settori, considerati complessivamente, assorbivano solo circa il 10% del totale degli occupati.

Nel circondario orvietano, nel 1901, i comparti del settore industriale di maggiore importanza, prendendo in esame il numero degli occupati, erano i seguenti: industrie metallurgiche e meccaniche (313), industria edilizia (836), industria della lavorazione del legno e dell’arredamento delle abitazioni (480), industria della lavorazione delle pietre, argille e sabbie (142), industrie tessili (167), industrie attinenti al vestiario e all’acconciatura delle persone (1154), industrie alimentari (259).

Negli altri settori economici, esclusa l’agricoltura, le attività di maggiore rilievo, in termini di occupati che vi lavoravano, erano le seguenti: trasporti, poste , telegrafi e telefoni (443), vendita di merci all’ingrosso e al minuto (462), esercizi pubblici (170), persone addette al servizio domestico (737), amministrazione pubblica (242), difesa del Paese (165), insegnamento (155), culto (240).

Nel censimento del 1921 la popolazione con età superiore ai 10 anni, che esercitava una professione, fu distinta in 6 categorie: A) persone occupate nell’agricoltura; B) persone occupate nell’industria; C) persone occupate nel commercio; D) persone occupate nell’amministrazione pubblica e privata; E) persone che esercitavano il culto, le professioni e le arti liberali; F) addetti ai servizi domestici.

Nella successiva tavola viene riportato il numero dei componenti delle 6 categorie , nel circondario orvietano e nell’intera Umbria.

Tavola 14: occupati in vari settori economici nel 1921
                  (valori assoluti e valori percentuali)


circondario orvietano
Umbria
A
22.853  (77,51%)
251.188  (70,40%)
B
4.063  (13,78%)
69.566  (19,50%)
C
649  (  2,21%)
9.470  (  2,66%)
D
717  (  2,44%)
9.750  (  2,74%)
E
685  (  2,33%)
10.217  (  2,87%)
F
518  (  1,76%)
6.643  (  1,87%)

Come nel 1901, nel 1921 le principali differenze tra la situazione che caratterizzava il circondario orvietano e quella che emergeva considerando l’intera Umbria, erano due: il maggiore peso assunto, nel circondario orvietano, dal settore agricolo e il corrispondente minore peso del settore industriale.


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Nuovamente, in entrambe le aree territoriali esaminate, il settore economico preponderante era l’agricoltura, nella quale svolgevano la propria attività più del 70% degli occupati. Il secondo settore per importanza era l’industria, ma in essa gli occupati non superavano il 20% del totale.

Gli altri quattro settori, considerati complessivamente, assorbivano solamente circa il 10% del totale degli occupati.

In venti anni, dal 1901 al 1921, nel circondario orvietano, si verificò una lieve riduzione del peso del settore agricolo e una più accentuata crescita, sebbene piuttosto limitata, del peso dell’industria.

Gli occupati nell’agricoltura passarono da 23.151 a 22.853 unità e gli occupati nell’industria passarono da 3.482 a 4.063 unità. Ciò si verificò anche in tutta l’Umbria, in misura però più accentuata.

Nel circondario orvietano, nel 1921, i comparti del settore industriale di maggiore importanza, considerando il numero degli occupati, erano i seguenti: industrie del legno, della paglia e affini (495), industrie che lavoravano i cereali (135), industrie che utilizzavano le spoglie animali (497), successive lavorazioni dei metalli (343), preparazione e lavorazione dei minerali (143), costruzioni edilizie, stradali e idrauliche (659), vestiario, arredamento domestico, nettezza e acconciatura della persona (758), trasporti e viabilità (707).

Negli altri settori economici, esclusa l’agricoltura, le attività di maggiore rilievo, in termini di occupati che vi lavoravano, erano le seguenti: vendita di merci e derrate alimentari (202), vendita di generi non alimentari (135), vendita di merci diverse (126), esercizi pubblici (142), amministrazione pubblica (120), difesa del Paese (337), amministrazione privata (110), culto(200), insegnamento (269), professioni sanitarie (124).

L’analisi dell’andamento della popolazione può risultare utile se si intende esaminare la situazione economica locale, in un determinato periodo, poiché i flussi demografici da un lato producono effetti sul sistema economico, e sono inoltre da esso influenzati, e dall’altro possono essere anche considerati come degli indicatori delle principali caratteristiche della situazione economica.

Peraltro, utilizzando i censimenti, sono disponibili i dati sull’andamento della popolazione nell’Orvietano, relativamente a un periodo piuttosto ampio, dal 1861 al 1951. A tali dati ora si farà riferimento.


16

Nella successiva tavola sono contenuti i dati riguardanti l’andamento della popolazione, nel comune di Orvieto, nel comprensorio e nell’intera regione, dal 1861 al 1951. Si può notare che, in tutti e tre gli ambiti territoriali considerati, la popolazione è stata contraddistinta da un’evidente tendenza alla crescita.

Tavola 15: popolazione residente dal 1861 al 1951


Orvieto
compr.orv.
Umbria
1861
14.331
32.827
442.417
1881
16.160
37.426
493.801
1901
18.305
43.403
578.689
1911
18.940
45.274
612.695
1921
19.329
46.817
657.952
1931
20.352
48.993
695.663
1936
21.599
51.269
722.544
1951
24.422
54.494
803.918

Anche nei diversi comuni del comprensorio orvietano, tra il 1861 e il 1951, si è verificata una tendenza all’aumento della popolazione.

Tavola 16: popolazione residente nei comuni del comprensorio orvietano dal  
                   1861 al 1951


1861
1881
1901
1921
1951
Allerona
1.299
1.477
1.914
2.088
2.470
Baschi
4.401
5.283
6.310
6.690
7.180
Castel Giorgio
1.584
1.684
2.030
2.495
2.854
Castel Viscardo
1.638
1.932
2.440
2.650
3.024
Fabro
1.770
2.134
2.326
2.418
2.787
Ficulle
2.355
2.612
2.914
3.366
3.643
Montecchio
-
-
-
-
-
Montegabbione
1.547
1.825
2.017
2.150
2.363
Monteleone
1.827
2.000
2.362
2.487
2.567
Orvieto
14.331
16.160
18.305
19.329
24.422
Parrano
1.109
1.207
1.523
1.706
1.730
Porano
966
1.112
1.262
1.438
1.454

N.B.: non sono presenti i dati relativi al comune di Montecchio, in quanto quest’ultimo fu istituito solo nel 1948 ed in precedenza il suo territorio era ricompreso in quello del comune di Baschi

Si può notare, inoltre, che, suddividendo l’intero arco di tempo preso in esame in quattro sotto-periodi (1861-1881, 1881-1901, 1901-1921, 1921-1951), l’andamento
17

della popolazione residente, nel comune di Orvieto e nel comprensorio, non è risultato essere costante nei quattro sotto-periodi considerati.

Ciò appare evidente prendendo in esame i dati contenuti nella successiva tavola.
Tavola 17: variazioni percentuali della popolazione residente dal 1861 al 1951

Orvieto
compr.orv.
Umbria
1861-1881
+12,77
+14,01
+11,62
1881-1901
+13,28
+15,97
+17,19
1901-1921
+5,60
+7,87
+13,70
1921-1951
+26,35
+16,40
+22,19
1861-1951
+70,42
+66,01
+81,71
Analizzando sempre i dati contenuti nella precedente tavola, si può inoltre rilevare che, nell’intero periodo e in alcuni dei sotto-periodi, l’aumento della popolazione verificatosi nell’intera regione è stato più consistente rispetto agli incrementi registratisi nel comune di Orvieto e nel comprensorio.

Se si analizzano, poi, le variazioni della popolazione nei diversi comuni del comprensorio orvietano, può essere notato che anch’esse sono diverse nei quattro sotto-periodi considerati.

Se si prende in esame, inoltre, l’intero periodo, si rileva chiaramente che si è verificato, nei diversi comuni, un andamento della popolazione differenziato, non omogeneo.

Tavola 18: variazioni percentuali della popolazione residente nei diversi comuni
                  del comprensorio orvietano dal 1861 al 1951

1861-1881
1881-1901
1901-1921
1921-1951
1861-1951
Allerona
+13,71
+29,59
+9,09
+18,30
+90,15
Baschi
+20,04
+19,44
+6,03
+  7,33
+63,15
Castel Giorgio
+6,32
+20,55
+12,91
+14,39
+80,58
Castel Viscardo
+17,95
+26,30
+8,61
+14,12
+83,52
Fabro
+20,57
+ 9,00
+3,96
+15,26
+57,46
Ficulle
+10,92
+11,57
+15,52
+8,23
+54,70
Montecchio
-
-
-
-
-
Montegabbione
+17,97
+10,52
+6,60
+9,91
+52,75
Monteleone
+9,47
+18,10
+5,30
+3,22
+40,51
Orvieto
+12,77
+13,28
+5,60
+26,35
+70,42
Parrano
+8,84
+26,18
+12,02
+1,41
+56,00
Porano
+15,12
+13,49
+13,95
+1,12
+50,52

N.B.: non sono presenti i dati relativi al comune di Montecchio, in quanto quest’ultimo fu istituito solo nel 1948 e in precedenza il suo territorio era ricompreso in quello del comune di Baschi
18

Quali sono le principali conclusioni che possono essere derivate dall’analisi dei dati sin qui presi in esame?

Innanzi tutto, occorre rilevare che sono conclusioni di notevole importanza perché forniscono indicazioni senza dubbio utili per interpretare, almeno in parte, lo stato attuale del sistema economico orvietano.

Infatti, ad esempio, emerge con evidenza il fatto che, sia negli ultimi decenni del diciannovesimo secolo che agli inizi del Novecento, nell’Orvietano il peso del settore industriale era poco consistente.

Tale considerazione assume un notevole rilievo perché, agli inizi del 2000, l’industria assumeva nuovamente un’importanza limitata ed insufficiente al fine di contribuire a promuovere la necessaria intensificazione del processo di sviluppo economico locale.

Ciò può essere considerato un problema, di non secondario rilievo, per l’economia orvietana.

L’avere appurato che anche 100 anni or sono si manifestava quel carattere specifico che ancora contraddistingue il sistema economico locale induce a ritenere che esso costituisca un problema di natura strutturale, e non quindi congiunturale, e che pertanto la sua soluzione non può che essere complessa e richiedere interventi di diversa natura, i cui effetti peraltro non possono esplicarsi nel breve periodo.

Tali problematiche saranno approfondite successivamente quando saranno presi in esame i caratteri che contraddistinguevano agli inizi del 2000 l’economia orvietana.

Ma fin d’ora è possibile sostenere che l’insufficiente propensione al rischio imprenditoriale, causa principale del limitato peso del settore industriale, ha caratterizzato la società orvietana per un lungo periodo, fino ad oggi, ed è quindi molto probabile che essa dipenda, soprattutto, da atteggiamenti di natura culturale fortemente radicati nell’ambito della popolazione locale.

Pertanto tale interpretazione genera almeno una conseguenza di notevole importanza: per accrescere, a livello locale, lo “spirito” imprenditoriale occorre attuare una strategia complessa, di non facile realizzazione, che tenda anche ad introdurre notevoli cambiamenti nello stesso modo di pensare, nella stessa mentalità, nella stessa “cultura”, che tradizionalmente prevale nell’ambito della società orvietana.

Quindi per accrescere la propensione al rischio imprenditoriale e, pertanto, per contribuire in questo modo ad intensificare il processo di sviluppo economico locale,

19

non ci si può affidare esclusivamente ad interventi di natura tradizionale ma occorre promuovere azioni più innovative e di più difficile realizzazione.

Un’ulteriore conclusione a cui si può pervenire riguarda una caratteristica del sistema industriale per la quale si dimostra che la sua origine risale molto indietro nel tempo.

Infatti risulta evidente che, fin dagli inizi del XX secolo, la dimensione media, in termini di addetti occupati, delle imprese industriali orvietane era piuttosto limitata, inferiore alla dimensione che contraddistingueva le imprese localizzate in altre parti dell’Umbria.

E anche oggi la dimensione media del sistema imprenditoriale locale è insufficiente. Ciò rappresenta uno dei suoi principali limiti che ne condizionano lo sviluppo.

Nell’Orvietano prevalgono, infatti, non tanto le piccole imprese, quanto le microimprese, con pochi addetti. Prevalgono cioè le imprese che hanno una struttura eccessivamente semplificata, al cui interno sono scarsamente diffuse le tecniche gestionali che contraddistinguono le aziende ben organizzate. Tale caratteristica limita il contributo che le imprese locali possono fornire alla crescita del prodotto e del reddito complessivo.

Rilevare che quella caratteristica era presente fin dagli inizi del processo di sviluppo industriale del sistema economico orvietano, ancora una volta induce a ritenere che l’insufficiente dimensione media delle imprese locali rappresenta indubbiamente un problema di natura strutturale, non congiunturale, la cui soluzione, pertanto, di nuovo, presenta difficoltà non facilmente superabili.

E, in ultima analisi, anche in questo caso, si dimostra che un miglioramento della situazione economica locale, sebbene possibile, non può essere considerato di agevole realizzazione.

Un’altra conclusione degna di attenzione riguarda il settore agricolo. La sua importanza ha, anch’essa, origini lontane. Ed è probabile che il notevole peso assunto da questo settore abbia, in qualche misura, ostacolato lo sviluppo di nuovi settori, frenando ulteriormente le prospettive di crescita del sistema economico locale.

Inoltre, dall’esame di una parte dei dati, relativi all’agricoltura, in precedenza riportati, emerge la presenza, nel settore agricolo, di alcuni elementi di arretratezza.

Se ciò fosse vero, potrebbe essere così individuata una delle cause dell’insufficiente sviluppo del settore industriale e cioè il fatto che, nel corso dei decenni passati, si sia creato, nell’agricoltura locale, un ammontare complessivo di capitali finanziari
20

insufficiente affinchè una parte di essi fosse investita, nella misura necessaria, nel settore industriale, ostacolando così il suo necessario sviluppo.

Infine il fatto che, nell’intero periodo considerato, la crescita della popolazione, nel comprensorio orvietano, è stata inferiore a quella verificatasi nell’intera regione, può essere interpretato come una dimostrazione, seppure parziale e non definitiva, del manifestarsi, nell’Orvietano, di condizioni economiche meno favorevoli rispetto a quelle che hanno caratterizzato altre parti del territorio regionale.

20

insufficiente affinchè una parte di essi fosse investita, nella misura necessaria, nel settore industriale, ostacolando così il suo necessario sviluppo.

Infine il fatto che, nell’intero periodo considerato, la crescita della popolazione, nel comprensorio orvietano, è stata inferiore a quella verificatasi nell’intera regione, può essere interpretato come una dimostrazione, seppure parziale e non definitiva, del manifestarsi, nell’Orvietano, di condizioni economiche meno favorevoli rispetto a quelle che hanno caratterizzato altre parti del territorio regionale.

21

L’economia orvietana dal 1951 al 1991

In questo capitolo saranno presi in esame i principali cambiamenti intervenuti nella situazione economica dell’Orvietano dal 1951 al 1991.

Gli anni che delimitano il periodo preso in considerazione sono stati scelti perché in quegli anni furono effettuati due censimenti della popolazione. Ed infatti gran parte dei dati che saranno utilizzati sono stati ripresi da quei censimenti (oltre quelli già citati sono stati esaminati i censimenti effettuati nel 1961 e nel 1971).

La quantità dei dati a disposizione non è molto ampia. La maggiore carenza di informazioni riguarda soprattutto la prima parte del periodo considerato, mentre successivamente, tramite l’utilizzo dei censimenti, è stato possibile acquisire un maggior numero di dati.

Nonostante tale limite, per la verità non di poco conto, l’analisi effettuata mantiene una più che soddisfacente validità poiché consente realmente di individuare alcuni mutamenti, di notevole importanza, verificatisi nel territorio orvietano.

Verranno inoltre realizzati numerosi confronti con quanto avvenuto nello stesso periodo nell’intera regione dell’Umbria.

In alcune tavole poi verrà presa in considerazione la situazione verificatasi nei dodici comuni del comprensorio (Allerona, Baschi, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Fabro, Ficulle, Montecchio, Montegabbione, Monteleone, Orvieto, Parrano, Porano).

La prima variabile presa in esame è la popolazione attiva, che è costituita dalla somma fra gli occupati e i disoccupati.

Sia nel comune di Orvieto che nel comprensorio la popolazione attiva, tra il 1951 e il 1991, è considerevolmente diminuita (nel comprensorio la diminuzione è stata però superiore - 40,0% - a quella verificatasi nel comune - 16,6% -). Ma nello stesso periodo, in Umbria, la riduzione della popolazione attiva è stata inferiore rispetto a quella determinatasi nell’Orvietano.

Occorre poi rilevare che sia nel comune di Orvieto che nel comprensorio la riduzione della popolazione attiva è avvenuta soprattutto nel corso degli anni ’60 (in quel periodo la popolazione attiva è diminuita del 15,4% nel comune di Orvieto e del 23,0% nel comprensorio).


22

È importante notare che si è verificata una forte riduzione della popolazione attiva complessiva, nell’Orvietano, perché l’ancora più consistente diminuzione della popolazione attiva in agricoltura, peraltro di dimensioni simili a quelle verificatesi nell’intera regione, è stata compensata da un incremento della popolazione attiva negli altri settori pari al solo 20% circa della diminuzione determinatasi in agricoltura, mentre nell’intera regione, negli altri settori, l’aumento è stato pari al
40% circa della riduzione della popolazione attiva nel settore agricolo.

Quindi se, nell’Orvietano, l’aumento della popolazione attiva negli altri due settori (industria e terziario) fosse stato delle dimensioni verificatesi nell’intera regione, la riduzione della popolazione attiva complessiva sarebbe stata, nell’Orvietano, inferiore, come inferiore sarebbe stata la riduzione, in realtà molto consistente, della popolazione residente, conseguenza più importante della notevole diminuzione della popolazione attiva in agricoltura, in quanto causata principalmente dai consistenti flussi migratori verso l’esterno del territorio orvietano avvenuti in quegli anni.

La riduzione della popolazione ha a sua volta determinato, nei decenni successivi, ulteriori effetti di notevole rilievo il più importante dei quali è stato l’elevato processo di invecchiamento della popolazione.

In ultima analisi, se negli anni ’60 si fosse operato per creare un consistente numero di occasioni di lavoro alternative rispetto alle perdite occupazionali determinate dal fenomeno dell’abbandono delle campagne, la situazione economica e sociale dell’Orvietano, negli anni successivi, sarebbe stata profondamente diversa da quella effettivamente determinatasi e senza dubbio migliore.

Pertanto notevoli responsabilità non possono che essere attribuite ai soggetti che a livello locale non hanno messo in atto, negli anni ’60, una strategia finalizzata ad accrescere le opportunità di lavoro nei settori economici non agricoli.

Nel comune di Orvieto, negli altri decenni presi in considerazione, la popolazione attiva è diminuita solo in misura molto limitata e in un caso è anche leggermente aumentata. Nel comprensorio orvietano ciò è avvenuto nell’ultimo ventennio, mentre già negli anni ’50 la diminuzione della popolazione attiva fu piuttosto rilevante (-10,6%).

Una diversità che si può riscontrare nell’andamento della popolazione attiva nell’intera regione, rispetto a quanto verificatosi nel territorio orvietano, può essere individuata nella tendenza, che ha caratterizzato l’ultimo ventennio, al manifestarsi di un aumento abbastanza consistente (circa il 16%).


23

Se si esamina inoltre l’andamento del tasso di attività (ottenuto considerando il rapporto tra popolazione attiva e popolazione residente), in tutti gli ambiti territoriali esaminati, e quindi anche nel comune di Orvieto e nel comprensorio, si è assistito dal 1951 al 1971 al verificarsi di una tendenza costante alla riduzione di quel tasso, tendenza invertitasi nell’ultimo ventennio, sebbene il tasso in esame non abbia più raggiunto valori eguali a quelli relativi all’inizio del periodo.

Si può poi rilevare che mentre nel 1951 il tasso di attività che contraddistingueva l’intera regione era superiore al tasso relativo al comune di Orvieto, quaranta anni dopo i due tassi hanno assunto un valore pressochè uguale. Lo stesso non si può sostenere per il comprensorio orvietano in quanto il tasso di attività, sia nel 1951 che nel 1991, era inferiore di un paio di punti circa rispetto al tasso medio regionale.

È utile precisare che l’analisi dei valori e dell’andamento del tasso di attività assume un notevole rilievo perché quel tasso rappresenta una variabile economica piuttosto importante in quanto può essere considerato l’indicatore del grado di partecipazione al mercato del lavoro della popolazione di un determinato territorio e se assume un valore elevato ciò può significare l’esistenza di una situazione occupazionale positiva, se invece esso assume un valore piuttosto basso possono essere formulate
valutazioni negative sullo stato dell’occupazione, soprattutto perché un basso tasso di attività può essere determinato dalla presenza di un folto numero di lavoratori “scoraggiati”, di persone cioè che non cercano nemmeno un posto di lavoro, e quindi non risultano essere disoccupati e non fanno così parte della popolazione attiva, semplicemente perché ritengono che sia inutile mettersi alla ricerca di una occupazione in quanto i posti di lavoro disponibili sono molto pochi.

Sono di notevole interesse, infine, le informazioni che possono essere ricavate dall’esame della distinzione della popolazione attiva nei tre principali settori in cui si può suddividere la struttura economica di un determinato territorio, e cioè agricoltura, industria e terziario (intendendo per appartenenti all’industria tutte quelle attività di produzione di beni e non erogatrici di servizi, non appartenenti al settore agricolo, svolte non solo da grandi imprese ma anche da imprese di piccole dimensioni; in pratica nell’industria vengono inserite tutte quelle attività che per le loro caratteristiche non possono essere inserite nell’agricoltura e nel terziario).

Infatti quelle informazioni rendono evidenti le profonde trasformazioni che hanno interessato la struttura economica di tutte le realtà territoriali prese in esame e che hanno inciso in modo altrettanto rilevante sulla struttura sociale e culturale del territorio orvietano.



24

Si consideri che nel comprensorio orvietano, nel 1951, il 66,1% della popolazione attiva era assorbita dal settore agricolo e solo il 18,1% dal terziario. Quaranta anni dopo la prima percentuale si è ridotta all’11,2% e la seconda è aumentata fino a raggiungere il 58,6%.

In Umbria, ugualmente, la popolazione attiva in agricoltura è passata, dal 1951 al 1991, dal 56,3% al 7,5% del totale, mentre invece la popolazione attiva nel terziario è passata, nello stesso periodo, dal 18,5% al 55,9%.

Anche nel solo comune di Orvieto si è verificata una tendenza simile a quella che ha contraddistinto l’intero comprensorio.

Occorre però rilevare che all’inizio del periodo, nel 1951, la percentuale della popolazione attiva in agricoltura sul totale era nel comune di Orvieto inferiore di circa tredici punti a quella dell’intero comprensorio. Alla fine del periodo, nel 1991, quella percentuale assumeva valori piuttosto simili, sia nel comune di Orvieto che nel comprensorio, valori comunque superiori al valore medio regionale.

A tale proposito occorre notare che, nel 1951, il settore agricolo nel comprensorio orvietano assorbiva una percentuale della popolazione attiva complessiva superiore di circa dieci punti alla percentuale che caratterizzava l’intera regione, mentre invece nel comune di Orvieto quella percentuale presentava un valore inferiore, di circa tre punti, al valore medio regionale.

Nel corso dei quaranta anni considerati, poi, si è assistito, nel comune di Orvieto, nel comprensorio e in Umbria, ad un aumento della percentuale della popolazione attiva del settore industriale sul totale, un aumento non eccessivamente diversificato nei tre ambiti territoriali esaminati.

Occorre aggiungere però che, nel 1991, come del resto nel 1951, quella percentuale, sia nel comune di Orvieto che nel comprensorio, assumeva valori inferiori al valore medio regionale.

Quindi nel periodo considerato si è confermata la tendenza, verificatasi fin dagli inizi del Novecento, ed anche prima, rappresentata dal fatto che il settore industriale assumeva, nell’Orvietano, un peso limitato, inferiore comunque a quello che contraddistingueva altri territori dell’Umbria.





25

Tavola 19: popolazione attiva dal 1951 al 1991


1951
1961
1971
1981
1991
Orvieto
9.819
9.797
8.285
8.439
8.191
compr.orv.
22.330
19.970
15.374
15.001
15.412
Umbria
342.548
310.384
268.166
300.437
312.647

Tavola 20: variazioni percentuali della popolazione attiva tra il 1951 e il 1991


1961-1951
1971-1961
1981-1971
1991-1981
1991-1951
Orvieto
-0,23
-15,44
+1,86
-2,94
-16,58
compr.orv.
-10,57
-23,02
-2,43
+2,74
-30,98
Umbria
-9,26
-13,73
+12,04
+4,07
-8,73


Tavola 21: tasso di attività dal 1951 al 1991


1951
1961
1971
1981
1991
Orvieto
40,21
39,05
35,68
36,94
38,25
compr.orv.
40,98
38,67
34,41
34,71
36,41
Umbria
42,61
39,12
34,57
37,21
38,52

Tavola 22:popolazione attiva in agricoltura, industria e terziario dal 1951 al
                  1991
                  (valori assoluti)



1951
1961
1971
1981
1991
Orvieto
A
5.204
4.100
2.108
1.242
823

I
1.845
2.576
2.491
2.239
2.138

T
2.770
3.121
3.686
4.958
5.230
compr.orv.
A
14.767
10.156
5.059
2.723
1.723

I
3.531
5.109
4.713
4.537
4.645

T
4.032
4.705
5.602
7.741
9.035
Umbria
A
192.761
126.964
55.439
32.133
23.494

I
86.441
107.113
115.001
126.679
114.262

T
63.346
76.757
97.726
141.625
174.891





26

Tavola 23: popolazione attiva in agricoltura, industria e terziario dal 1951 al
                   1991
                   (valori percentuali)



1951
1961
1971
1981
1991
Orvieto
A
53,00
41,85
25,45
14,72
10,05

I
18,79
26,30
30,07
26,54
26,11

T
28,21
31,86
44,49
58,76
63,85
compr.orv.
A
66,13
50,86
32,91
18,16
11,24

I
15,82
25,59
30,66
30,25
30,14

T
18,06
23,56
36,44
51,61
58,63
Umbria
A
56,28
40,85
20,68
10,70
7,52

I
25,24
34,46
42,89
42,17
36,55

T
18,50
24,70
36,45
47,14
55,94

Per quanto riguarda i singoli comuni del comprensorio orvietano, possono essere presi in considerazione i dati relativi alla popolazione attiva, suddivisa anche per settori economici, e al tasso di attività.

Tali dati vengono riportati nelle successive tavole.

Non sono necessari particolari commenti innanzi tutto perché il loro significato risulta evidente analizzando i contenuti delle diverse tavole presentate.

Inoltre le valutazioni che possono essere formulate sono pressochè uguali rispetto a quelle già esposte, esaminando la situazione che contraddistingueva il solo comune di Orvieto e l’intero comprensorio orvietano.

Occorre comunque notare che emergono alcune differenze tra i diversi comuni del comprensorio e molto spesso tali differenze si riscontrano tra la situazione che contraddistingueva il comune di Orvieto e quella che caratterizzava gli altri comuni.

Ad esempio il comune di Orvieto è il comune nel quale si è verificata la riduzione più contenuta della popolazione attiva, tra il 1951 e il 1991, a parte Porano nel quale si è verificata una sostanziale stabilità di tale variabile.

Nel 1991, inoltre, il comune di Orvieto era il comune che presentava il valore più elevato del tasso di attività (peraltro nel 1951 il valore che quel tasso assumeva nel comune di Orvieto era inferiore ai valori che contraddistinguevano diversi altri comuni del comprensorio).


27

Nel 1991, poi, nel comune di Orvieto, si registrava il valore percentuale più elevato relativo alla popolazione attiva nel terziario ed il valore riguardante la popolazione attiva nell’agricoltura era tra i più bassi (tale situazione si verificava anche nel 1951, quando anzi il valore percentuale relativo alla popolazione attiva nell’agricoltura era di gran lunga il meno elevato).

Tavola 24: popolazione attiva nei comuni del comprensorio orvietano dal 1951
                  al 1991


1951
1961
1971
1981
1991
Allerona
944
778
573
610
656
Baschi
1.790
1.572
950
853
924
Castel Giorgio
1.488
1.134
742
732
747
Castel Viscardo
1.243
1.035
987
833
937
Fabro
1.234
982
781
902
1.021
Ficulle
1.427
1.184
730
601
601
Montecchio
1.111
964
601
516
571
Montegabbione
974
787
523
454
467
Monteleone
969
787
574
509
516
Orvieto
9.819
9.797
8.285
8.439
8.191
Parrano
752
489
272
233
207
Porano
579
461
356
319
574


Tavola 25: variazioni percentuali della popolazione attiva nei comuni del
                   comprensorio orvietano dal 1951 al 1991


1961-1951
1971-1961
1981-1971
1991-1981
1991-1951
Allerona
-17,59
-26,35
+6,46
+7,54
-30,51
Baschi
-12,18
-39,57
-10,21
+8,33
-51,62
Castel Giorgio
-23,79
-34,57
-1,35
+2,05
-49,80
Castel Viscardo
-16,74
-4,64
-15,61
+12,49
-24,62
Fabro
-20,43
-20,47
+15,50
+13,20
-17,26
Ficulle
-17,03
-38,35
-17,68
-
-57,89
Montecchio
-13,24
-37,66
-14,15
+10,66
-48,61
Montegabbione
-19,20
-33,55
-13,20
+2,87
-52,06
Monteleone
-18,79
-27,07
-11,33
+1,38
-46,75
Orvieto
-0,23
-15,44
+1,86
-2,94
-16,58
Parrano
-34,98
-44,38
-14,34
-11,16
-27,53
Porano
-20,38
-22,78
-10,40
+79,74
-0,88

28

Tavola 26: popolazione attiva in agricoltura, industria e terziario nei comuni
                  del comprensorio orvietano dal 1951 al 1991
                  (valori percentuali)



1951
1961
1971
1981
1991
Allerona
A
77,02
66,97
37,87
23,12
15,86

I
11,34
20,06
38,05
36,89
37,20

T
11,66
12,99
24,09
40,00
46,96
Baschi
A
79,45
56,05
43,27
24,62
15,37

I
12,91
31,11
36,95
39,39
35,29

T
7,66
12,85
19,79
35,99
49,35
Castel Giorgio
A
80,72
66,05
49,20
25,82
13,66

I
12,64
19,93
29,11
32,38
33,07

T
6,66
14,03
21,70
41,81
53,28
Castel Viscardo
A
68,95
49,67
38,40
19,09
8,22

I
20,84
31,69
32,93
34,82
38,64

T
10,22
18,65
28,68
46,10
53,15
Fabro
A
69,70
55,91
24,08
14,53
8,43

I
16,70
24,85
29,07
32,60
30,27

T
13,62
19,25
46,87
52,89
61,32
Ficulle
A
77,02
67,06
47,40
26,63
15,15

I
12,34
16,64
24,11
32,62
28,46

T
10,66
16,30
28,50
40,77
56,41
Montecchio
A
80,02
55,19
46,09
28,49
12,61

I
11,89
32,37
30,29
27,14
34,33

T
8,10
12,45
23,63
44,38
53,07
Montegabbione
A
81,63
55,02
50,86
27,10
19,06

I
9,55
26,43
24,86
41,41
43,26

T
8,83
18,56
24,29
31,50
37,69
Monteleone
A
70,70
53,63
38,68
17,29
12,02

I
17,03
29,36
37,63
44,21
41,09

T
12,28
17,03
23,70
38,51
46,90
Orvieto
A
53,04
41,85
25,45
14,72
10,02

I
18,79
26,30
30,07
26,54
26,11

T
28,21
31,86
44,49
58,76
67,85
Parrano
A
90,30
79,76
48,90
27,47
15,46

I
3,59
7,57
22,43
33,05
33,34

T
6,12
12,68
28,68
39,49
51,21
Porano
A
60,28
58,79
41,30
21,63
9,06

I
17,62
22,78
33,71
28,22
29,45

T
22,11
18,44
25,00
50,16
61,50

29

Tavola 27: tasso di attività nei comuni del comprensorio orvietano dal 1951 al
                   1991


1951
1961
1971
1981
1991
Allerona
38,22
35,91
33,63
35,78
36,28
Baschi
41,90
43,00
32,02
31,17
34,21
Castel Giorgio
52,14
41,83
33,08
32,71
33,46
Castel Viscardo
41,11
36,75
37,10
31,31
33,11
Fabro
44,28
36,50
31,24
32,88
36,38
Ficulle
39,18
37,71
33,51
34,47
36.04
Montecchio
38,21
39,13
31,24
32,88
36,38
Montegabbione
41,22
38,56
34,48
33,73
36,95
Monteleone
37,75
34,92
32,14
31,25
32,11
Orvieto
40,21
39,05
35,68
36,94
38,25
Parrano
43,47
37,05
31,20
33,29
33,28
Porano
39,83
35,55
31,99
30,16
36,08

E’ inoltre possibile analizzare le più importanti trasformazioni che hanno interessato alcune attività economiche (l’agricoltura, l’industria, il commercio, prevalentemente).
In questo caso vengono utilizzati, come fonti statistiche, soprattutto i censimenti dell’agricoltura e i censimenti dell’industria e dei servizi.

L’arco di tempo che può essere preso in considerazione è, generalmente, più breve (non più di trenta anni, dagli inizi degli anni ’60 agli inizi degli anni ’90).

Per quanto riguarda l’industria e il commercio, occorre preliminarmente rilevare che è necessario essere cauti nel formulare confronti fra i dati desumibili dai censimenti del 1961 e del 1971 e i dati relativi ai censimenti del 1981 e del 1991 poiché i criteri utilizzati nella classificazione delle diverse attività sono stati almeno in parte modificati.

Occorre poi notare che con il termine “industria manifatturiera”, di cui spesso si farà uso, si intende il complesso delle attività economiche volte alla produzione di beni di varia natura (per ottenere l’industria nella sua interezza deve essere aggiunto il settore edilizio o meglio l’industria delle costruzioni), quelle attività economiche cioè che non possono essere considerate né agricole né appartenenti al terziario. Ciò comporta che, fra l’altro, all’interno dell’industria siano inserite anche imprese di piccole dimensioni, ad esempio quelle artigianali, la cui attività consiste appunto nella produzione di beni.
























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